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12/07/18

Trump chiede qall'italia 40 miliardi l'anno per la nato, ma perché non usciamo dalla nato,per noi non c'è convenienza

il 4% del pil italiano è mi pare 40 miliardi da dare alla nato,ritiriamoci, cioè noi in mezzo al mediterraneo, dovrebbero pagarci per mantenere basi atomiche e tutta la merda americana, ma cerchiamo di fare i nostri interessi,a che serve la nato se poi in tre anni abbiamo dovuto prenderci 600.000 migranti salvati dal mare, a che serve la nato se poi se ci fosse una guerra con le testate atomiche concentrate in Italia, la fanno sprofondare i nemici, io vorrei meno armi e più umanità, c'è un solo modo per evitare guerre aiutare i deboli,se hanno lo stomaco pieno non fanno al guerra fanno l'amore

Trump shock, minaccia di uscire dalla Nato

'Se gli alleati non aumenteranno subito le spese militari'Trump shock, minaccia di uscire dalla Nato © EPA


Il presidente Usa Donald Trump ha minacciato di uscire dalla Nato se gli alleati non faranno subito degli sforzi per aumentare le loro spese militari. E' quanto si è appreso da diverse fonti diplomatiche, come riferiscono le agenzie Dpa e Belga
 Il presidente Usa Donald Trump torna alla carica all'avvio del secondo giorno del summit Nato con un nuovo tweet contro la Germania, l'Europa e le spese Nato e il nodo commercio.
"I presidenti" americani, twitta, "hanno provato per anni senza successo a far pagare di più la Germania e le altre nazioni ricche della Nato per la loro protezione dalla Russia" ma questi "pagano solo una frazione del costo", invece "gli Usa pagano decine di miliardi di dollari in eccesso per sussidiare l'Europa, e perdono un sacco sul commercio!". Trump ha inoltre confermato oggi che "tutte le nazioni Nato devono rispettare il loro impegno del 2%, e questo deve alla fine salire al 4%!". E poi un nuovo attacco alla Germania anche sul Nord Stream 2: "E per di più, la Germania ha appena iniziato a pagare la Russia, il Paese da cui vuole protezione, miliardi di dollari per i suoi bisogni energetici che derivano da un nuovo gasdotto dalla Russia. Non è accettabile!".
Gli investimenti italiani per la sicurezza cibernetica a livello nazionale siano compresi nel 2% di spese per la difesa. Questa la proposta che il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha fatto a nome del Governo al summit Nato. "Anche gli investimenti per assicurare la resilienza cibernetica a livello nazionale - ha detto Trenta - devono essere comprese nel 2% del Pil che i paesi della Nato hanno deciso di riservare alle spese per la difesa". "Si tratta - ha sottolineato - di un investimento che riguarda il settore civile oltre a quello militare e il nostro obiettivo è che nel 2% siano contabilizzati gli sforzi italiani nel rafforzare la propria sicurezza interna. Questo vale per ogni singolo Stato ovviamente, perché la sicurezza di ognuno di noi è la sicurezza dell'Alleanza stessa. Auspico dunque che tutti gli sforzi fatti in merito alla sicurezza cibernetica e le risorse correlate siano compresi pienamente nelle spese per la difesa".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

copiamo la Germania per le pensioni, non esistono pensioni oltre mi pare i 2800 euro mensili

La differenza sta ovviamente nella diversa concezione dei compiti di un sistema pensionistico pubblico. Da noi, almeno col vecchio sistema retributivo, le pensioni dovevano garantire (quasi) lo stesso reddito raggiunto dal lavoratore a fine carriera, indipendentemente dai contributi versati, indipendentemente dallo stato dell’economia, e quindi della “capacità contributiva” nazionale; e così, assegni pensionistici di 3 mila, 4 mila, 5 mila euro al mese e oltre, magari pagati da più di 30 anni, ingrossano enormemente la spesa totale, che pesa sui contribuenti.
http://thefielder.net/20/09/2016/italia-e-germania-pensioni-a-confronto/

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REDDITI PENSIONISTICI IN GERMANIA, 2015
(Euro/mese, assicurazione pensionistica obbligatoria)
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REDDITI PENSIONISTICI IN ITALIA, 2015
(Euro/mese, INPS)
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11/07/18

Toni Capuozzo, immigrazione: "Basta balle, ecco chi sono quelli che prendono i barconi"


Toni Capuozzo, immigrazione: "Basta balle, ecco chi sono quelli che prendono i barconi". Uno schiaffo ai teorici dell'accoglienza a tutti i costi. A parlare, a In Onda, è Toni Capuozzo. Si parla della vicenda della Diciotti e dei due migranti che hanno minacciato il capitano e l'equipaggio della nave. "La cosa che mi colpisce di più è che ci sia stato una sorta di ammutinamento a bordo - premette Capuozzo -. È la prima volta che sento di naufraghi salvati dall'ammutinamento che si rivoltano. Mi chiedo quali persone siano a bordo di quella nave".

"Credo sia un episodio illuminante: continuiamo a subire queste migrazioni, non siamo in alcun modo in grado di gestirle. Chiunque conosca l'Africa - sottolinea Capuozzo - sa benissimo che non si tratta dei più poveri e dei bisognosi. L'unica guerra oggi in corso in Africa è nel sud Sudan, dove più di 1 milione di profughi si sposta verso l'Uganda: non ce n'è uno che sale sui gommoni degli scafisti".
Capuozzo, insomma, ripete quello che la sinistra proprio non vuole accettare: "La stragrande maggioranza degli immigrati non sta fuggendo dalla guerra. Togliamoci dalla mente l'illusione che stiamo aiutando i più poveri e i più diseredati. Una madre vedova con quattro figlie non partirà mai: non avrebbe i soldi per affrontare quel viaggio. Chiunque ha i soldi per pagare gli scafisti ha il diritto di venire in Italia". Dunque, il giornalista conclude: "Io credo che un Paese serio in qualche modo debba provare a governare fenomeni come questo".

"La stragrande maggioranza degli immigrati non sta fuggendo dalla guerra. " chi sa se dicendolo lentamente,sillabando e scandendo bene ogni singola parola gli utili idioti delle magliette Rosse riusciranno a capire...

Grazie ad una interrogazione parlamentare scopriamo che Tito Boeri ha una doppia pensione Quanti migranti ci vogliono per pagarle entrambe?


Doppia super pensione di Tito Boeri, arriva interrogazione del senatore Zaffini [Video]

Doppia super pensione di Tito Boeri, arriva interrogazione del senatore Zaffini Un’interrogazione parlamentare è stata depositata dal senatore Franco Zaffini per verificare se l’Università Bocconi di Milano, nella quale insegnava il presidente dell’ Inps Tito Boeri, “ottenga contributi pubblici”. Boeri, infatti, “pur avendo congelato il rapporto con l’ateneo, essendo in aspettativa, continua a percepire contributi reali proprio come se insegnasse ancora”. “E’ la doppia morale del professor Boeri – attacca l’esponente di Fratelli d’Italia -. Non si possono abolire le pensioni d’oro?
D’altronde cosa possiamo aspettarci da un manager che eroga pensioni minime da fame e afferma la necessità di aumentare i flussi di immigrazione per salvare le pensioni…”.

Obiettivo dell’interrogazione di Zaffini – conclude la nota – è sapere, dunque, se i contributi reali e non figurativi versati dalla Bocconi a Boeri siano da ricollegare in qualche modo alle rette pagate dagli studenti ma anche “se è possibile, per un ente che gode di contributi pubblici, non applicare quanto previsto dalle leggi in vigore in tema di aspettativa dei professori ordinari”.  

ma così si rompe la pace familiare, anzi la pace nazionale

Ecco i fondi per i migranti un miliardo va alla Chiesa ecco spiegato tanto fervore per l'immigrato,per me le religioni devono sparire e con la libera scelta, vi dico che essere ateo è bello,si vive nella pace

ecco spiegato tanto fervore per l'immigrato,per me le religioni devono sparire e con la libera scelta, vi dico che essere ateo è bello,si vive nella pace

Ecco i fondi per i migranti un miliardo va alla Chiesa


Quanto ci costa l’accoglienza agli immigrati? Tra voci che si accavallano, missioni che si incrociano e si sovrappongono, il calcolo è complesso. Una stima aggiornata prevede nel 2017 costi per 4 miliardi e 304 milioni, che in uno scenario di crescita potrebbero salire a fine anno a 4 miliardi e 700 milioni. Per fare un confronto basterebbe andare a ritroso fino al 2011 quando accogliere chi sbarcava sulle nostre coste ci costava “appena” 840 milioni. Poi è arrivata l’emergenza Nord Africa e gli scenari...

UNA VERGOGNA TUTTA ITALIANA Gli eredi di Giulio Andreotti hanno presentato al Senato la domanda per avere la liquidazione da Senatore a vita: si tratta di un milione di euro, il cosiddetto "assegno di fine mandato"

UNA VERGOGNA TUTTA ITALIANA
Gli eredi di Giulio Andreotti hanno presentato al Senato la domanda per avere la liquidazione da Senatore a vita: si tratta di un milione di euro, il cosiddetto "assegno di fine mandato", il tfr dei parlamentari che, nonostante gli importi, è calcolato su criteri molto simili a quelli dei "normali" lavoratori.
Ma Andreotti, ovviamente, non è l'unico a cui spetta il "tesoretto": tutti i Senatori a vita hanno regolarmente ricevuto gli assegni di fine mandato dagli anni '50 fino ad oggi. In tutto ne sono stati erogati 34, regolarmente incassati alla morte dei legittimi eredi in 32 casi e da associazioni di beneficenza in altri 2.
Il caso Cossiga - Con i suoi 22 anni da Senatore a vita, Andreotti non è stato il più longevo: nella classifica generale viene battuto da Cesare Merzagora (28 anni), Amintore Fanfani (27) e Giovanni Leone (23). Poi c'è Cossiga con 18 anni di Senatore a vita: il suo è l'unico caso in cui l'assegno di fine mandato è stato inserito nel bilancio pubblico del Senato. Per inciso, nel fondo di solidarietà per i senatori dell'anno 2010 è indicato il "pagamento agli eredi di persona deceduta" della cifra di 901.818,23 euro. E Cossiga era il solo senatore in carica deceduto nel 2010.
Gli altri nomi - Tra gli altri Senatori a vita deceduti nella storia repubblicana, tra gli altri, si rircordano Norberto Bobbio (20 anni di attività), Leo Valiani (19 anni), Giuseppe Saragat (17), Giovanni Gronchi (16 anni), Eugenio Montale (14 anni), Oscar Luigi Scalfaro (13 anni), Gianni Agnelli (12 anni) e Rita Levi Montalcini (11 anni). Tra i meno longevi, Arturo Toscanini (1 giorno solo, poi le dimissioni), Trilussa (20 giorni), Mario Luzi (4 mesi) e Vittorio Valletta (9 mesi).

è la verità se si vuole aiutare la povera gente si va in Africa e la si aiuta lì, quelli che vengono in barca sono solo dei paraculi

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Gino Strada ammette: “Pagavo Ong per trasportare immigrati” BREAKING NEWS, INVASIONE Gino Strada ammette: “Pagavo Ong per

Gino Strada ha appena detto in TV una cosa sconvolgente: la MOAS chiedeva 230 mila euro al mese a Emergency per poter stare sulle navi e ad un certo punto l'ha mandata via perché Croce Rossa gli offriva 400 mila al mese. Io sono basito. Ho capito bene?


VOXNEWS.INFO

BREAKING NEWS, INVASIONE Gino Strada ammette: “Pagavo Ong per trasportare immigrati” luglio 11, 2018 Vox Lascia un commento Condividi!VERIFICA LA NOTIZIA Gino Strada, non so se qualcuno lo ha notato, ha rilasciato una dichiarazione gravissima: non è più presente sulle navi ong perché la socie...

devono sbarcare messi in galera e essere espulsi immediatamente, è una cosa inammissibile

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Ecco alcuni dei punti della prossima riforma della Giustizia esposti da @AlfonsoBonafede in Commissione poco fa. Questo governo vuole processi veloci, pene certe, e lotta serrata alla corruzione. #M5S-#Lega

10/07/18

Vos Thalassa, non vogliono andare in Libia: clandestini minacciano l’equipaggio, adesso li si riporti in Libia immediatamente, si chieda il permesso e si riportano indietro

alcuni migranti si sarebbero ribellati per il timore di tornare in Libia. L’equipaggio, dopo alcune minacce, è stato costretto ad asserragliarsi sul ponte di comando. Da qui la segnalazione a Roma ed è scattato l’intervento della Guardia Costiera con la nave Diciotti.Il caso dei 60 migranti recuperati dalla nave Vos Thalassa e poi trasbordati sulla nave Diciotti della Guardia Costiera agita e non poco le acque del governo.
Se da un la to il Viminale ha di fatto chiuso il porto al rimorchiatore, dal ministero dei Trasporti guuidato da Toninelli potrebbe arrivare il via libera all'attracco. Ma in questa vicenda c'è un aspetto del tutto nuovo: la nave ha raccolto un s.o.s in una zona di competenza della guardia costiera libica. La posizione del Viminale comunque non cambia e per il momento la nave resta fuori dai nostri porti. La guardia costiera italiana - è il discorso di Salvini - non può sostituirsi a quella libica, soprattutto se i colleghi africani sono già entrati in azione.
Ma sulla vicenda c'è un altro aspetto segnalato dal ministro Toninelli che ha parlato di qualche strano episodio a bordo della Vos Thalassa. Il titolare del dicastero di Trasporti e Infrastrutture su Twitter ha parlato di momenti di tensione sul rimorchiatore: "Orgoglioso della Guardia Costiera italiana che con nave Diciotti ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l'equipaggio del rimorchiatore italiano Vos Thalassa. Ora avanti con indagini per punire facinorosi". Dopo l'eventuale sbarco in un porto italiano scatteranno immediatamente le indagini per capire cosa è accaduto a bordo del rimorchiatore. Secondo le prime ricostruzioni alcuni migranti si sarebbero ribellati per il timore di tornare in Libia. L'equipaggio dopo alcune minacce è stato costretto ad asserragliarsi sul ponte di comando. Da qui la segnalazione a Roma ed è scattato l'intervento della Guardia Costiera con la nave Diciotti. Secondo quanto riferito dal Viminale i "facinorosi" a bordo della Vos Thalassa sarebbero un ghanese e un sudanese.

Marocco: un nuovo ministro poligamico che dicono le magliette rosse, vergognatevi,voi appoggiate sta roba quà

Secondo il sito Alyaoum24, la moglie di un ministro del governo di Saâdeddine El Othmani ha appena negato al marito di prendere una seconda moglie. È la storia di una grande storia d'amore iniziata nel mese di Ramadan quando il ministro aveva bisogno di assistenza domiciliare.
Il loro rapporto sentimentale sarebbe quindi nato e il ministro avrebbe fatto una richiesta ufficiale che la prima moglie rifiutò categoricamente.
Il sito non cita il nome del ministro, ma un'altra fonte citata questa volta dal 360, dice che è il ministro del Lavoro Mohamed Yatim.
Come promemoria, anche il Ministro di Stato Mustapha Ramid è poligamo.Marocco: un nuovo ministro poligamico

Marco Travaglio: “Sotto la maglietta”

Marco Travaglio: “Sotto la maglietta”

(pressreader.com) – di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano del 10 luglio 2018 – Fra i testimonial in maglietta rossa della campagna lanciata da don Luigi Ciotti, trovo decine di amici che hanno partecipato a tante battaglie del Fatto. E, se hanno aderito all’appello per non dimenticare – come scrive il fondatore del Gruppo Abele e di Libera – “il colore dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo” e “per fermare l’emorragia di umanità”, mi sento solidale con loro. Del resto, il Fatto è stato pressoché l’unico quotidiano a pubblicare in prima pagina fin dal primo giorno la foto choccante dei bambini morti vestiti di rosso. Un’immagine che strideva con le parole disumane e miserabili del cosiddetto ministro Salvini sulla “pacchia” e le “crociere” dei migranti. Se però alcune “magliette rosse” collegano quell’ultimo naufragio alle politiche del governo italiano, avverto un rischio: quello che una bella iniziativa per non dimenticare una tragedia quotidiana che dura da anni diventi non tanto uno strumento di propaganda politica (sempre legittimo), ma un’arma di distrazione di massa dai veri responsabili. Che – se vogliamo provare a ragionare sui fatti, andando oltre le commemorazioni dei defunti e il derby fra tifoserie buoniste e cattiviste – non sono questo o quel governo, ma i trafficanti di esseri umani. Quelli che prelevano i disperati nei villaggi dell’Africa nera e subsahariana, spesso convincendoli a partire con false promesse, li maltrattano durante il viaggio nel deserto, li depredano dei pochi averi o addirittura li costringono a indebitare le proprie famiglie, e gli scafisti che rilevano le carovane in Libia per organizzare le traversate nel Mediterraneo verso l’Italia, dopo avere spogliato i migranti degli ultimi spiccioli.
Parliamo di organizzazioni malavitose gigantesche, potentissime, ricchissime e attrezzatissime, che fanno, disfanno e ricattano i governi locali, dispongono di milizie armate e l’anno scorso, in pochi giorni, riuscirono a organizzare un ponte aereo dal Bangladesh alla Libia per traghettare quasi 10mila cittadini bengalesi da Dacca a Tripoli e poi, via mare, alla Sicilia. Sono loro i responsabili del traffico, degli imbarchi e dei naufragi. Anche di quello che ha commosso il mondo per le foto dei tre bambini vestiti di rosso, che una certa disinformatija alimentata da un’Ong sta provando a imputare al governo italiano e/o a quello di Tripoli. Da quel poco che si sa, quella tragedia con i 114 dispersi è avvenuta a 6 km dalla costa, cioè dentro le acque territoriali della Libia, dove le navi delle Ong non sono mai potute entrare.
E, se l’han fatto, hanno violato il diritto internazionale (o vogliamo tornare alle colonie e ai protettorati di “Tripoli bel suol d’amore”?). E operato assolutamente fuori dal coordinamento della Guardia costiera italiana, che ovviamente non può sconfinare in acque altrui. Insomma, purtroppo esistono anche le tragedie inevitabili, senza colpevoli. A parte appunto gli scafisti, che negli ultimi anni, grazie al progressivo avvicinarsi delle navi delle Ong alle acque territoriali libiche, hanno impiegato natanti sempre più pericolanti, proprio perché sicuri di dover percorrere un tratto di mare molto limitato prima della “consegna” sincronizzata (il “salvataggio” è tutt’altra cosa) del carico umano alle imbarcazioni private. Così, non mettendo più piede in acque internazionali e tantomeno in quelle italiane, gli scafisti hanno ridotto a quasi zero non solo il rischio di (turpe) impresa, ma anche quello giudiziario: se nessuno li vede, li intercetta, li identifica, è impossibile incriminarli e arrestarli. È ciò che segnala da due anni il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che poi si vede imputare il fallimento delle indagini, come se non fosse stato lui a segnalare al Parlamento il meccanismo infernale che impedisce ai giudici di colpire i trafficanti di esseri umani. Il legame fra alcune Ong e gli scafisti, ormai acclarato e addirittura rivendicato dalle interessate, non è di tipo economico, ma fattuale: le Ong agiscono, anche con le migliori intenzioni, come “pull factor” che rende i viaggi meno costosi e rischiosi, dunque più appetibili e redditizi. E questa non è necessariamente materia penale, perché i reati presuppongono il dolo, cioè l’intenzione di sostenere i trafficanti, che non è il movente delle Ong. Ma, se un fatto non è reato, non vuol dire che non sia vero.
Per questo non Matteo Salvini, ma il suo predecessore Marco Minniti impose alle Ong un codice di condotta che alcune firmarono, altre respinsero con orrore, altre ancora accettarono e poi tradirono. E, come per incanto, le partenze diminuirono, e con esse gli affogati. Quello che molte “magliette rosse”, in buona fede ma vittime di cattiva informazione, non capiscono è che nessuno ha delegato in esclusiva ai libici i salvataggi (quelli veri, dai naufragi) in mare, vietandoli a tutti gli altri. Il governo Conte – al netto delle sparate di Salvini, sempre più spesso zittito dai suoi colleghi Moavero, Toninelli e Trenta – sta tentando di delegare ai libici le operazioni nella loro zona Sar (ricerca e soccorso), fermo restando che tutte le navi (Ong incluse) che trovano profughi su barconi li possono e anzi li devono salvare e tutte le navi militari (in missione per l’Ue o per l’Italia) che contrastano i trafficanti salvano pure i migranti nelle acque di rispettiva competenza (dunque non in quelle libiche). La nuova sfida, difficile e faticosa nel campo minato libico, ma un po’ più praticabile dopo il recente accordicchio al Consiglio d’Europa, è aiutare il governo di Tripoli ad affermare e perimetrare la sua sovranità, unica premessa per operazioni efficaci di controllo del mare e dei flussi.
Ora in Libia premono per partire chi dice 700 mila, chi dice 1 milione di persone, di cui già sappiamo due cose: solo 1 su 10 avrà diritto di asilo in Europa e le altre 9 dovranno (sulla carta) essere rimpatriate; l’Italia non può accogliere 700mila o un milione di nuovi migranti, e nemmeno un quinto di essi, pena conseguenze sociali e politiche che potrebbero addirittura farci rimpiangere Salvini. Indossare magliette rosse è bellissimo: ma chi governa deve anche tentare di risolvere i problemi, e i teorici dell’“accoglienza-e-basta” non hanno mai proposto una soluzione seria e praticabile. Convinti che sia sufficiente lavarsi la coscienza strillando “porti aperti a tutti” e lavarsi le mani dimenticando quel che accade subito dopo: il destino di quei disperati fra le gabbie dei Cie, le grinfie dei ladroni della solidarietà (finta) che intascano 35 euro a migrante in cambio di pasti da fame, le spire della criminalità più o meno organizzata e le zanne dei nuovi schiavisti tipo Rosarno.
Se la storia dei migranti si potesse dividere in un’èra paradisiaca “avanti Salvini” (o Minniti) e in un girone infernale “dopo Salvini” (o Minniti), sarebbe tutto più semplice. Ma i fatti dicono che non è così. Quando le navi delle Ong scorrazzavano nel “Mar West” Mediterraneo e i porti italiani (e solo quelli) erano sempre aperti e tutti, si registrò il triste record di 35mila affogati in 15 anni. I morti cominciarono a calare, e di parecchio, quando Minniti smise di ululare all’egoismo dell’Europa e si rimboccò le maniche: impose quelle regole alle Ong e provò a stabilizzare la Libia, aiutando Tripoli a riaffermare uno straccio di sovranità sul suo territorio e le sue acque. Il governo Conte prosegue su quella strada, vedi la missione di Moavero a Tripoli per rinnovare un patto che era vergognoso col tiranno Gheddafi, ma potrebbe essere proficuo col governo al-Sarraj. L’equazione “più Ong, meno morti” è falsa: è vera invece quella “meno sbarchi, meno morti”. E questa passa da due strettoie obbligate. 1) Un ruolo più attivo e autonomo delle autorità libiche, per terra e per mare, con l’aiuto di Italia e Ue e una stretta vigilanza sui campi profughi spesso ridotti a lager. 2) Una campagna di controinformazione nei paesi di partenza sui rischi che i migranti corrono nell’attuale situazione: come ha scritto Antonio Padellaro, “informiamoli a casa loro” contro le false promesse dei trafficanti. Sarà meno affascinante e consolatorio che indossare una maglietta rossa, ma potrebbe essere persino più utile.

NOTIZIA PASSATA IN SORDINA (il marcio viene fuori) Dalle intercettazioni nell'inchiesta Consip fra Bocchino e Romeo, emerge un sistema marcio all'interno del Consiglio di Stato, praticamente molte sentenze sulle controversie per appalti milionari

NOTIZIA PASSATA IN SORDINA (il marcio viene fuori)
Dalle intercettazioni nell'inchiesta Consip fra Bocchino e Romeo, emerge un sistema marcio all'interno del Consiglio di Stato, praticamente molte sentenze sulle controversie per appalti milionari, venivano comprate dagli avvocati pagando giudici corrotti. L'indagine che COINVOLGE PIU' PROCURE, mercoledì scorso ha portato all'arresto dell'ex giudice del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana Giuseppe Mineo, è il primo dei nuovi indagati dell'inchiesta sulle sentenze pilotate condotta dai pm di Messina e Roma. 
(da Repubblica di ieri altri giornali non pervenuti)

Migranti, Viminale nega approdo a nave italiana. Toninelli: “Hanno messo in pericolo la vita dell’equipaggio” il problema è che noi italiani la maggioranza non vogliamo più immigrati, lo so diranno che non è umano,ma allora è umano mandare i nostri giovani all'estero?

il problema è che noi italiani la maggioranza non vogliamo più immigrati, lo so diranno che non è umano,ma allora è umano mandare i nostri giovani all'estero?

Poi il fatto è che li vedi,oltre al pomodoro non c'è niente,non c'è lavoro, la criminalità secondo la tv percepita, ma per favore, è reale, solo che manco più denunciamo, se mi rubano la borsa o la bici, o altro che denuncio, a parte la lunghezza delle indagini,poi mica li prendono e se li prendono non pagano nulla, la giustizia che il pd avrebbe voluto umana  è solo stata fatta per loro,ossia in carcere non ci vai più, il risultato la gente ha paura, la gente èè stufa, la gente è incazzata nera,per l'immigrazione in pochi anni in Italia ne sono venuti da tutte le parti del mondo ben 6 milioni, fra leciti e illeciti, e sono il 105 della popolazione italiana, perchè se gli italiani sono 54 milioni + 6 milioni fanno 60 milioni, e dunque sono il 10%, la maggioranza degli immigrati è cinese e islamica, la cina quì fa stato a  se, cioè delinque, l'islamico è pure peggio, fa legge a se e poi la cosa che da rabbia è che vogliono comandare tramite religione, adesso la realtà non quella che raccontano tv e giornali di regime, più della metà degli italiani della religione se ne fotte  e l'islam da fastidio, il ruolo della donna nell'islam è sottomissione al suo signore maschio e qusto in Italia è reato penale, altro che mettere una consigliera a milano con il velo è un reato penale, quel velo è il simbolo della sottomissione della donna al maschio, e scrivo maschio e non uomo perchè un uomo non sottomette le donne le ama, le tratta da pari,sia compagna, cioè le tv e i giornali raccontano una verità falsa e di regime, questo ventennio italico di governi di destra o sinistra sono stati regime, Salvini è un raggio di chiarezza in questa Italia e il m5s è finalmente civiltà


Migranti, Viminale nega approdo a nave italiana. Toninelli: “Hanno messo in pericolo la vita dell’equipaggio”

Migranti, Viminale nega approdo a nave italiana. Toninelli: “Hanno messo in pericolo la vita dell’equipaggio”
Il rimorchiatore Vos Thalassa, che lavora per le piattaforme petrolifere nel Mediterraneo, ha trasferito le persone recuperate in mare sulla Diciotti della guardia costiera italiana. Inizialmente il ministero di Salvini aveva fatto sapere che la posizione non cambiava. Poi è arrivata la notizia di "condotte che hanno messo a repentaglio" chi era sull'incrociatore. I migranti dunque verranno sbarcati in Italia per l'applicazione di "misure cautelari e accertamenti giudiziari"

Basta moschee, è un culto fondato sull'inganno


Basta moschee, è un culto fondato sull'inganno

• L'islam è incompatibile con le nostre leggi, con la nostra cultura e con la nostra Costituzione. E dovrebbe essere vietato in tutta Europa, come è vietato da noi il fascismo, in Germania il nazismo, etc etc. È inutile che i devoti si appellino alla libertà di culto.
• L'islam moderato non esiste, possono solo esserci islamici moderati. Se esistesse un islam moderato, dovrebbero esistere anche un Corano moderato e un Maometto moderato, il che è ovviamente impossibile. L'islam in sé è solo un'ideologia, un partito politico camuffato da religione, il cui "programma elettorale" è tutto scritto nel Corano, immutato e immutabile da almeno 1300 anni, e come tutti i partiti politici mira al potere, un potere simile al nazismo in quanto ideologia totalitaria.
***
Considerato nella sua essenza complessiva, l'islam è anticostituzionale perché è in contrasto con gli art.8, 19 e 20 della Costituzione.
Art.8: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze."
È in antitesi con l'art.8 in quanto, attraverso la sharia, contrasta con l'ordinamento giuridico italiano che non prevede che una legge esterna, pur se divina perché dettata da Allah, possa essere al di sopra delle nostre leggi. E non accettando la pari dignità di altre religioni è già di per sé anticostituzionale (vedi Corano*).
Art.19: "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume."
L'esercizio in strada di questo culto, cioè la preghiera, dovrebbe essere vietato in quanto si tratta di un rito contrario al buon costume (art.19).
Art.20: "Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività."
È in antitesi con l'art.20 in quanto, attraverso la sharia, può essere causa di speciali limitazioni legislative (ad esempio con l'istituzione del reato di islamofobia, già approvato in Canada), o di speciali gravami fiscali (ad esempio perché contrario agli interessi bancari, che per l'islam sono sempre una forma di usura), o di capacità giuridica (ad esempio con l'istituzione di tribunali islamici, già esistenti in Inghilterra).
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Un culto autoreferenziale che si autoproclama religione di pace, ma che nello stesso tempo dichiara di essere l'unica vera religione (vedi Corano*) e superamento di tutte le religioni monoteiste, è evidente che sia un culto basato sull'inganno. È evidente perché se fosse religione di pace, le altre religioni non sarebbero trattate come illecite e superate, ma avrebbero pari dignità, ognuna nel suo proprio atto di fede. Mentre invece in ogni parte del mondo, con l'unica eccezione forse della Siria di Bashar al-Assad, quando vi è una presenza massiccia di adepti devoti di questo culto, gli adepti di altre religioni sono spesso bersaglio di maltrattamenti e atti di violenza, come se avessero un'origine inferiore e spregevole. Questo avviene sia in Occidente che nei luoghi di origine degli adepti di questo culto. 

Al contrario, gli adepti di altri culti (cristiani, ebrei, etc.) non nutrono affatto questo particolare disprezzo verso gli islamici, con l'unica eccezione forse degli adepti del culto praticato in Giappone dove non accettano volentieri rifugiati islamici, piuttosto sono disposti a dare aiuti in denaro pur di non mettere a rischio la propria cultura.




La massima aspirazione di questo culto è quella di diffondersi in tutto il mondo per coronare il sogno espresso dal loro profeta. Attraverso la hijra (l'emigrazione) e, successivamente, la dawa (il proselitismo), questo culto ha lo scopo di diffondersi come si diffonde, ad esempio, la gramigna in un campo incolto, fino a coprirlo del tutto. Senz'altro ci saranno anche i fedeli moderati e pacifici tra gli adepti, ma il culto in sé è per sua natura un'ideologia di conquista e di dominio politico. Attraverso questa ideologia inevitabilmente alla fine potranno essere coinvolti, volenti o nolenti, anche i fedeli moderati, pena le accuse di apostasia con il rischio di venire uccisi. Oltretutto questo culto, essendo nella sua essenza un'ideologia politica camuffata e non accettando nessun'altra religione, è come se fosse un partito unico totalitario, quindi non molto dissimile dal fascismo e dal nazismo


La scrittrice e dissidente islamica di origini somale, Ayaan Hirsi Ali, ha scritto nel suo recente libro che in Occidente il fine ultimo della dawa (la pratica musulmana di propaganda e proselitismo) "è quello di distruggere le istituzioni politiche di una società libera e sostituirle con una rigida legge della Sharia".

Dawa: Spargere i semi dell'odio di Judith Bergman, 13 novembre 2017
Mentre l'Occidente si preoccupa di combattere "i discorsi di incitamento all'odio", "l'islamofobia" e i gruppi suprematisti bianchi, sembra più che disposto a ignorare l'istigazione ai discorsi d'odio da parte dei musulmani e gli atteggiamenti suprematisti nei confronti dei non musulmani.
Un'istigazione che ha luogo soprattutto in seno al processo della dawa, l'azione musulmana di propaganda e proselitismo i cui frutti si sono visti nell'attacco terroristico del 31 ottobre scorso a New York. L'autore dell'attentato, Sayfullo Saipov, originario dell'Uzbekistan, pare si sia radicalizzato negli Stati Uniti. La moschea che frequentava in New Jersey era sotto sorveglianza del Dipartimento di polizia di New York dal 2005. Secondo un report del 2016 del Dipartimento di Stato americano, i cittadini uzbeki sono "a rischio di radicalizzazione dopo che si recano all'estero come migranti".


Bergoglio


Alla propaganda di questo culto si è aggiunto persino il capo della cristianità Bergoglio, dicendo che il Corano non si differenzia dal Vangelo, perché è anch'esso un libro profetico e di pace. Si vede che da certi poteri forti mondiali è arrivato l'ordine di facilitare la diffusione di questo culto, attraverso le accuse di fobia e di razzismo contro gli oppositori per zittirli. E questo spiegherebbe perché abbiamo due papi. L'antirazzismo è l'inganno principale che i poteri forti del mondialismo utilizzano, come una forma di lavaggio del cervello, per raggiungere i loro scopi personali, a discapito dei popoli e della democrazia. Un'altra strategia per diffondersi utilizzata da questo culto è ovviamente quella di minimizzare e denigrare la cultura e le tradizioni del popolo ospitante: così vengono tolti i crocefissi dalle scuole, vengono svilite e ridotte le celebrazioni del Natale e della Pasqua, viene richiesta ossessivamente la costruzione di più moschee, etc etc. Nelle moschee avviene il maggiore indottrinamento, e così viene tenuto vivo nei secoli un culto da medioevo.

Dopo la moschea, la donna è un altro importante strumento di indottrinamento essendo il genitore che ha maggiori contatti con i figli durante la loro crescita; perciò sarà la mamma a insegnare le prime norme coraniche ai suoi bambini, maschi ma soprattutto femmine, per impedire che si possano integrare. Spesso le figlie femmine vengono ritirate dalla scuola appena adolescenti proprio per impedire loro di assorbire la nostra cultura. Allo stesso tempo, il velo islamico costituisce un mezzo per giustificare gli stupri commessi verso le donne infedeli dagli uomini devoti di questo culto, che in questo modo cominciano ad assumere il dominio ideologico sul territorio attraverso la sharia. Oltretutto le donne infedeli secondo il Corano (4:24*) possono essere catturate e abusate sessualmente, e nell'islam per donna si intende da 9 anni in su; infatti Aisha, una delle mogli di Maometto e figlia dell'amico Abu Bakr, fu scelta all'età di 6 anni e presa in sposa a 9 anni (vedi Sahih Muslim/Book-8/Hadith-3310).


Nella foto: Donne che indossano il niqab islamico davanti all'ambasciata francese a Londra, l'11 aprile 2011, durante un sit-in. (Foto di Peter Macdiarmid/Getty Images)

Europa: La rapida espansione della dhimmitudine di Judith Bergman, 7 aprile 2018
Sebbene l'Europa non faccia parte del mondo musulmano, molte autorità europee sembrano tuttavia sentirsi obbligate a sottomettersi all'Islam in modi più o meno sottili. Questa sottomissione volontaria sembra essere senza precedenti: storicamente parlando, dhimmi è un termine arabo che designa un non musulmano conquistato, il quale accetta di vivere come un cittadino "tollerato" di seconda classe, sotto il dominio islamico, sottomettendosi a un insieme di leggi speciali e umilianti e di richieste degradanti da parte dei suoi padroni islamici.


(Fonte dell'immagine USAF/Margo Wright)

L'ondata di reati sessuali commessi dai migranti in Germania non conosce tregua. Le statistiche preliminari mostrano che nel 2017 gli immigrati hanno commesso più di una dozzina di stupri o di aggressioni sessuali al giorno, reati che si sono quadruplicati dal 2014, l'anno in cui la cancelliera Angela Merkel ha consentito a più di un milione di migranti, per lo più maschi, provenienti dall'Africa, Asia e dal Medio Oriente di entrare nel paese.


La polizia in assetto antisommossa protegge una strada del quartiere di Molenbeek, a Bruxelles, dopo i raid del 18 marzo 2016, durante i quali furono arrestate diverse persone, tra cui Salah Abdeslam, uno dei perpetratori degli attentati di Parigi del novembre 2015. (Foto di Carl Court/Getty Images)

Belgio: Il primo Stato islamico in Europa? di Giulio Meotti, 22 maggio 2018
L'acronimo francese del partito belga ISLAM sta per "Integrità, Solidarietà, Libertà, Autenticità, Moralità". I leader di questo partito sembrano voler trasformare il Belgio in uno Stato islamico. La chiamano "democrazia islamista" ed è stata fissata una scadenza: il 2030.
Il settimanale francese Le Point spiega che il partito vorrebbe "prevenire i vizi vietando le case da gioco (casinò, sale da gioco e agenzie che si occupano di scommesse) e le lotterie". Oltre ad autorizzare l'uso del velo islamico a scuola e a firmare un accordo sulle festività religiose islamiche, il partito vuole che le scuole di ogni ordine e grado del Belgio introducano la carne halal nei menù delle loro mense. Redouane Ahrouch, uno dei tre fondatori del partito, ha inoltre proposto posti separati per uomini e donne sui mezzi di trasporto. Ahrouch, faceva parte negli anni Novanta del Centro islamico belga, un covo del fondamentalismo islamico dove venivano reclutati i candidati per il jihad in Afghanistan e in Iraq.


Auto date alle fiamme durante una sommossa in un sobborgo di Stoccolma, il 20 febbraio 2017. (Fonte dell'immagine: YouTube/gladbecker82 video screenshot)

Svezia in caduta libera di Judith Bergman, 5 giugno 2018


La foto di Jahangir Razmi vincitrice del Premio Pulitzer che mostra l'esecuzione di 11 curdi e di altri uomini da parte del regime islamico iraniano nel 1979.

Le lezioni da trarre dagli anni sotto l'islamismo di Majid Rafizadeh, 10 giugno 2018
In Iran, la mia generazione, la prima dopo che l'islamismo è giunto al potere, viene definita "Generazione bruciata" (in persiano: Nasl-e Sukhteh). La nostra generazione si è guadagnata questo nome per aver subito la brutalità del regime islamista e teocratico da quando siamo nati fino all'età adulta. Questa brutalità comprendeva gli implacabili sforzi del regime, come le esecuzioni di massa, per affermare il proprio potere, imporre le sue regole barbare e restrittive e fare il lavaggio di cervello ai bambini nonché indottrinare le generazioni più giovani con la sua ideologia estremista in vari modi fra cui attraverso le scuole elementari, le università, i media controllati dallo Stato, gli imam e le moschee locali, e promuovendo slogan come "Morte all'America" e "Morte a Israele".
Uomini e donne andavano tenuti separati. Agli adolescenti è stato impedito di svolgere attività quotidiane considerate innocue nella maggior parte del mondo. È stato vietato ogni tipo di attività sociale ricreativa e piacevole, come ascoltare musica, ballare, bere alcolici, avere appuntamenti galanti; le donne non potevano partecipare a un campionato di scacchi a meno che non indossassero un hijab né potevano assistere a una partita di calcio o ad altri eventi sportivi se vi giocassero degli uomini. Se fare sorridere e infondere speranza probabilmente era illegale, allora occorreva stare attenti a cosa indossare, con chi parlare, cosa ascoltare, a pregare o a digiunare durante il Ramadan. Le forze del regime finirono per avere ingerenza anche nelle questioni più personali e private.
(...)
La mia generazione dovrebbe essere vista come una lezione per l'Occidente. Quasi tutti gli Stati (e gli attori non statali) hanno sottovalutato il potere che questi islamisti sapevano esercitare. I segnali d'allarme sono stati trascurati. Nessuno pensava che si sarebbe potuto verificare e messo in atto un cambiamento così imponente. Molti hanno sottovalutato i crimini che questi islamisti erano disposti a compiere per mantenere il loro potere una volta assunto il controllo del Paese. Fino ad oggi, continuano a dimostrare che non ci sono limiti alla crudeltà e alla mancanza di umanità che esercitano, come compiere esecuzioni di massa, giustiziare bambini e donne incinte, compiere lapidazioni, amputazioni, impiccagioni pubbliche, fustigazioni, torture e stupri solo per mantenere questo potere.
Molti hanno sottovalutato la strategia delle parole melliflue utilizzata per decenni dagli islamisti per conquistare il potere. Il gruppo radicale dell'ayatollah Khomeini ingannò molti iraniani e la comunità internazionale facendo loro credere di essere persone pacifiche e divine. Una volta al potere, la verità fu rivelata e a quel punto era troppo tardi per impedire gli abusi che furono perpetrati.
(...)
Gli islamisti si presentarono come leader del popolo, come persone pacifiche e spirituali. Ma una volta al potere, si scatenò l'inferno. Non appena misero le mani sul Paese, cambiarono marcia per diventare uno dei regimi più spietati della storia. Giunti al potere, rivelarono la loro vera faccia e a quel punto era impossibile tornare indietro.
Migliaia e migliaia di persone furono giustiziate soltanto perché avevano espresso la loro opinione. Molti morirono anche per crimini che probabilmente non avevano commesso. La legge islamica (la sharia) del partito sciita al governo fu imposta a tutti. Le donne furono costrette a indossare l'hijab e private dei loro diritti. Non potevano più lasciare il Paese senza il permesso dei loro mariti né potevano lavorare se i loro coniugi non erano d'accordo. Secondo la sharia, la testimonianza di una donna in tribunale vale la metà di quella di un uomo. Alle donne è vietato svolgere alcune professioni come essere magistrati. Le donne non possono entrare negli stadi né possono guardare gli sport maschili. Le donne hanno diritto a ricevere la metà della parte di eredità che ricevono i loro fratelli o altri parenti maschi.
(...)
Vedendo queste strategie astute e calcolatrici, gli islamisti di altri paesi, anche in Occidente, perseguono gli stessi metodi nel cammino verso la conquista del potere. È un processo silenzioso e subdolo fino al momento in cui ci si risveglia senza diritti, con una cultura della paura e senza alcuna sicurezza di vivere liberi o perfino di riuscire a vedere un nuovo giorno.
(...)
Ora, questi islamisti, che quasi tutti hanno sminuito, non sono soltanto al potere da quasi quattro decenni; hanno propagato la loro ideologia espansionista in altre nazioni e hanno vinto il primo premio come principale sponsor mondiale del terrorismo e per essere tra i suoi maggiori esecutori.
Questa è una lezione di storia che i paesi occidentali e non islamisti non possono permettersi di ignorare. Non si tratta soltanto del passato, ma di cosa può accadere in qualunque momento, in qualsiasi paese. Riguarda ciò che sta accadendo proprio ora, sotto i nostri occhi – in Asia orientale, in Canada, in Sudamerica e in Europa. L'unica difesa è riconoscere il problema e affrontarlo alle radici, prima che abbia l'opportunità di conquistare i vostri politici. Una volta che loro si preoccuperanno di più della loro popolarità tra gli elettori che del futuro del paese in cui vengono eletti, voi sarete finiti. Una volta che verrà esercitato il controllo sulle urne, ogni aspetto della vostra vita sarà sempre più controllato, distruggendo ogni futuro che avevate programmato e riducendo in rovina il paese che un tempo amavate.
***
È chiaro che alle sinistre mondialiste fa comodo questo culto, perché lo potranno usare come un cavallo di Troia per raggiungere il loro scopo, cioè realizzare il nuovo ordine mondiale, con il probabile passaggio intermedio degli Stati Uniti d'Europa, o qualcosa di simile. Nello stesso schema si inserisce logicamente anche l'ossessione di voler approvare la legge sullo ius soli. Questo perché così gli adepti in Italia potranno aumentare di numero più facilmente e, visto il loro più alto tasso di natalità, poter diventare presto maggioranza. Così potranno arrivare al governo nazionale e magari proporre attraverso un referendum l'applicazione e la legittimazione della sharia, ed attuare pacificamente la loro massima aspirazione, cioè islamizzare lo stato. 
I governi servi come quello di centrosinistra, sostenuti dai poteri forti e dalle élites finanziarie, così potranno dominare e arricchirsi, mentre il popolo, ridotto a semplice massa di consumatori e schiavi del capitalismo globalizzato, non potrà più nemmeno eleggere i suoi rappresentanti o, se glielo faranno fare, sarà una farsa. Alla democrazia potrà sostituirsi la teocrazia, e così il loro piano di mondializzazione sarebbe compiuto; ai musulmani devoti basta dargli la sharia e loro sono felici.

La democrazia è un lusso che i poteri forti non si possono più permettere. La direzione intrapresa più di 30 anni fa con lo SME è sempre stata quella. L'Unione europea oggi è la massima espressione di questo lento e inesorabile declino della democrazia. L'antropologa Ida Magli aveva già intuito tutto dopo la lettura del trattato di Maastricht e denunciato l'inganno nel 1997 con il suo libro "Contro l'Europa", e poi ribadito nel 2010 con il suo libro "La dittatura europea". Questi politici praticamente si sono venduti ai poteri forti del mondialismo e del capitalismo finanziario, che vogliono prendere il potere su scala globale. Uno di questi è Gentiloni che nel maggio 2017 ha cordialmente ricevuto a Palazzo Chigi il boss mondiale dell'immigrazione clandestina, ovvero George Soros.


Soros



L'islam è come la mafia

L'islam è come la mafiahttps://youtu.be/m-6BTV4mz_k
L'islam in Svezia, come in tutto l'Occidente, quando è presente in forma massiccia, si rivela quello che è, cioè un culto fondato sull'inganno e l'arroganza, creando le c.d. "no-go zones" dove vige la sharia (La7, 13/04/2017)


Intervista-choc all'imam di Londra

Intervista-choc all'imam di Londra - https://youtu.be/KXbmG7fjdYU
Intervista-choc all'imam di Londra: i fatti di Parigi? Chiunque insulta il Profeta deve morire! È l'islam il futuro dell'umanità. E Roma un giorno sarà nostra (La7, 12/01/2015)

(*) Corano:
3:85, Chi vuole una religione diversa dall'Islam, il suo culto non sarà accettato, e nell'altra vita sarà tra i perdenti.
4:24, Vi sono ancora illecite le donne coniugate, fatta eccezione per quelle cadute nelle vostre mani come schiave. Così vi prescrive Allah; a parte queste, vi è lecito procurarvi col vostro danaro, a fine matrimoniale, non fornicatorio, ogni altra donna.
4:100, Chi emigra per la causa di Allah trova sulla terra grande spazio pronto a ospitarlo e abbondanza; chi, uscito dal suo paese per emigrare alla volta di Allah e del suo Messaggero, è colto dalla morte, Allah, che è perdonatore e misericordioso, prende su di sé il compito di ricompensarlo.
9:33, È Lui [Allah] che ha mandato il suo Messaggero con la buona direzione e la vera religione, per farla trionfare, a dispetto degli associatori, su ogni altra religione.
48:28, Egli è colui che ha mandato il suo Profeta con la buona direzione e la vera religione, per far trionfare questa sopra ogni religione. E come testimone basta Allah.
61:9, Egli è colui che ha inviato il suo Messaggero con la buona direzione e la vera religione, per farla prevalere su ogni forma di religione, a dispetto dei pagani.