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Elenco blog personale

17/07/18

governo del cambiamento cambiate il personale all'ista che altrimernti non vi voto più, è falsa

faccio la spesa settimanalmente al super mercato che alla bottega è come andare in  boutique, cioè non te la puoi permettere e cito alcuni
 prezzi, di merce della stessa marca o produzione.
mele a dicembre 99 cent
mele oggi           1,99 cent
benzina la pagavo 1,29 cent
oggi 1,47
tutta la merce per cibarsi è quasi raddoppiata di prezzo,il resto segue allora muovetevi mandateli a lavorare quelli DELL'ISTAT,magari a raccogliere i pomodori

 e mi chiedo che cazzo hanno studiato quelli che fanno rilevamenti prezzi,e mi chiedo quanto prendono al mese ste teste di cazzo,cambiateli che sono falsi


 © ANSA

Prezzi: Istat abbassa stime, inflazione a giugno 1,3%

Dato preliminare era all'1,4%. Su mese +0,2%

L'Istat rivede la stima del tasso di inflazione a giugno abbassandola all'1,3%. La stima preliminare era dell'1,4%. Secondo i dati definitivi l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell'1,3% su base annua (in crescita dal +1% registrato a maggio).
L'inflazione pesa sulla spesa settimanale delle famiglie. I prezzi del cosiddetto carrello della spesa con i beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un aumento del 2,2% su base annua (da +1,7% registrato a maggio), secondo i dati definitivi dell'Istat. Su base mensile c'è invece un calo dello 0,2%.

i responsabili delle morti in mare di migranti sono le ong, l'italia ha dato quello che poteva, in 10 anni abbiamo preso 3 milioni di stranieri

i responsabili delle morti in mare di migranti sono le ong, l'italia ha dato quello che poteva, in 10 anni abbiamo preso 3 milioni di stranieri,abitano quì,lavorano e sono assistiti da noi, di più non ne possiamo prendere, il resto le ong che vanno in  mare libico,africano, lo devono sapere, prima di andare si mettano d'accordo con gli stati che si prendono la responsabilità di ospitarli,invece volere per forza che siamo noi a prenderli è violenza e reato penale, tu sai che noi non li prendiamo ma ti metti in mare, così in Africa lo sanno e si rimette in moto tutto e poi mi dici che vuoi salvare cosa?Le morti in mare sono colpa di scafisti,della mafia e delle ong che mi apre anche loro siano mafia.

Migranti, la denuncia di Open Arms: “Guardia costiera libica ha lasciato morire in mare una donna e un bambino”


La ong spagnola recupera una donna ancora in vita aggrappata ai resti di un barcone a 80 miglia dalla costa. Sulla nave dell’associazione anche Palazzotto di Leu: “Governo italiano responsabile di questi crimini”
La denuncia è accompagnata da una foto e da un video. Su Twitter. Il testo dice questo: “La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria, ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette”. Parola di Oscar Camps, fondatore della ong spagnola Open Arms. Lo scatto lascia poco spazio all’immaginazione: si vedono i corpi di una donna e di un bambino, ormai privi di vita e appoggiati a quello che resta del gommone. “Quando siamo arrivati – dice ancora Camps – abbiamo trovato una delle donne ancora vive ma purtroppo non abbiamo potuto far nulla per l’altra donna e il bambino”. Secondo Camps i due sarebbero morti poche ore prima che la nave di Open Arms arrivasse nella zona. Una ricostruzione che si basa sui contatti radio tra guardia costiera libica e il mercantile ascoltati dalla ong, che contattata da ilfattoquotidiano.it ha dichiarato di non aver assistito alle operazioni di salvataggio né a quello che è avvenuto subito dopo. Resta da chiarire, quindi, ciò che ha affermato Oscar Camps nel suo primo tweet, in cui sostiene che il gommone è stato deliberatamente affondato dai libici.

BOERI: 100MILA EURO DI STIPENDIO PER RACCONTARCI CHE GLI IMMIGRATI CI PAGANO LE PENSIONI

mettere un tetto ai compensi di chi lavora per lo stato,loro sono il nostro debito pubblico,tutti quelli che lavorano per lo stato non devono prendere di più di 5000 euro al mese netti,compreso i magistrati, altrimenti col cazzo lo paghiamo il debito pubblico e dunque anche boeri che prende 100.000 euro l'anno netti,più altri 5000 per le spese sia licenziato e si prenda gente che pretende meno e lavora lo stesso bene e pure meglio


BOERI: 100MILA EURO DI STIPENDIO PER RACCONTARCI CHE GLI IMMIGRATI CI PAGANO LE PENSIONI

Pensioni gratis per gli immigrati mentre ai disabili spetta la metà. Il video della denuncia spopola. Eccolo.

Dunque lo Stato italiano agli stranieri chiede solo questo per poi dare loro 500 euro mensili.
Solo 50 euro in meno rispetto alla minima che percepisce un italiano, che ha lavorato una vita intera e che però ha avuto il versamento di contributi bassi.
Senza contare le pensioni che spettano agli invalidi, come nel caso del protagonista dell’intervista, che nonostante la sua altissima percentuale di invalidità, percepisce circa 200 euro mensili.

Signorsì e Signornò Editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 17 luglio 2018


Signorsì e Signornò
Editoriale di Marco Travaglio
sul Fatto Quotidiano del 17 luglio 2018-07-17
Da anni non guardo il Tg1 per motivi di igiene personale. Quindi non conosco Claudia Mazzola, la telegiornalista inserita dai 5Stelle nella cinquina di aspiranti candidati al nuovo Cda Rai messi ai voti sulla piattaforma Rousseau. L’unica cosa che so di lei è quel che leggo sui social, stupiti dal fatto che i 5Stelle la candidino dopo che quattro anni fa Rocco Casalino l’aveva duramente attaccata sul blog di Grillo per un suo servizio, accusandola di “disinformazione”, “propaganda del governo” e “vergogna”; e alcuni parlamentari M5S avevano chiesto le dimissioni sue e dell’allora direttore Mario Orfeo. Il che mi basta e mi avanza per sperare vivamente che Claudia Mazzola, se ha i requisiti di competenza, entri nel nuovo Cda Rai. Sarebbe il primo caso, nella storia repubblicana, di lottizzazione all’incontrario: cioè di un partito che premia nel “servizio pubblico” un suo avversario, vero o presunto. Se pensiamo ai Cda precedenti, o anche solo all’ultimo (pieno di ex parlamentari o di portaborse che a stento distinguono un televisore da un forno a microonde, con un paio di lodevoli eccezioni, fra cui di Carlo Freccero, indicato dai 5Stelle senz’averli mai votati), sarebbe un enorme passo in avanti. E una sorprendente prova di intelligenza e apertura mentale da parte di un movimento che spesso compie sforzi immani per apparire stupido e intollerante almeno quanto i partiti che dice di combattere.
Per lo stesso motivo sarebbe una gran cosa se Conte e Di Maio confermassero a presidente dell’Inps un illustre economista come Tito Boeri. Nominato da Renzi malgrado il grave handicap di non essere toscano e di non appartenere al Giglio Fradicio, Boeri era entrato quasi subito in rotta di collisione col presunto rottamatore (che voleva cacciarlo già un anno fa), mostrando un’indipendenza che ora lo rende immune da qualunque sospetto di collusione con i partiti. È vero: l’ha fatta fuori dal vaso con la seconda relazione tecnica al decreto Dignità che, con criteri economicamente molto dubbi, prevede un crollo di 8 mila contratti a tempo determinato all’anno (e perché non 6,5 o 9,7? Boh). Un oracolo che ha lo stesso valore scientifico di un oroscopo e che la Ragioneria dello Stato – quella sì sospettabile di remare contro il nuovo governo, all’insegna del motto di tutti gli Ancien Régime: “Quieta non movere et mota quietare” – ha subito colto al balzo per dare una mano alle solite lobby. Ma i governi intelligenti le voci critiche e autorevoli come quella di Boeri devono attirarle e incoraggiarle, non respingerle. Evitare accuratamente di circondarsi di yesmen.
E , fra un Signorsì e un Signornò, preferire sempre il secondo. Il potere dà alla testa e avere a tiro qualcuno che ti aiuta a non sbagliare e a tenere i piedi per terra è la migliore garanzia di successo e di longevità. Se, al posto della sua corte di tirapiedi & leccapiedi toscani, Renzi si fosse circondato di tanti Boeri (che invece restò rara avis, e sempre in bilico) in grado di contraddirlo, avrebbe capito per tempo quand’era il caso di fermarsi. Un attimo prima di varare la Buona Scuola, il Jobs Act e altre boiate che gli inimicarono milioni di italiani. Un istante prima di schiantarsi sulla Costituzione, sull’Italicum e sul Rosatellum. E un secondo prima di stroncare sul nascere il dialogo con i 5Stelle, per gettarli fra le braccia di Salvini. Anche B. si era giocato due governi su tre per non aver saputo ascoltare prima Bossi, che rovesciò il primo sulla riforma delle pensioni, e poi gli alleati centristi e finiani, che lasciarono il terzo in dissenso sull’economia e sulla legalità.
Chi pretende cieca obbedienza e fedeltà assoluta, cioè le virtù dei cani e i vizi degli uomini stupidi, resta solo con un branco di bestie e di cretini. E si suicida. È il rischio che corrono ora i nuovi detentori del potere, se non sapranno scegliersi i collaboratori giusti, cacciando i veri nemici con un sano spoils system e conservando o attirando i veri amici. Anche se oggi, nella strana alleanza giallo-verde, le forze centrifughe sono molto più spiccate che nelle coalizioni precedenti, perché il governo Conte non si regge su un’alleanza strategica fra partiti contigui, ma su un’unione tattica suggellata da un contratto fra due contraenti diversi, se non opposti, e certamente concorrenti. Estinta FI e disperso il Pd, la dialettica maggioranza-opposizione si gioca tutta nell’area di governo. E addirittura in seno al contraente maggiore: i 5Stelle, che lasciano convivere varie anime molto diverse e talora contraddittorie (attorno a Di Maio, Grillo, Fico e Di Battista), mentre la Lega appare per ora (ma fino a quando?) un monolite plasmato a immagine e somiglianza del capo assoluto Salvini, che come il duce ha sempre ragione e non viene mai messo in discussione da alcuno.
Al momento, l’assenza di voci critiche dal fronte leghista potrebbe indurre Di Maio a tacitare le voci critiche dentro e fuori i 5Stelle per strillare più di Salvini e contendergli la scena. Ma sarebbe pura miopia. Se l’opposizione tace perché non sa cosa dire, le diversità nel movimento e nel governo vanno non solo tollerate, ma incoraggiate come un valore aggiunto e un’opportunità per il futuro. […]
L'Articolo completo su Il F.Q. oggi in edicola.
https://www.ilfattoquotidiano.it/il-fatto-quotidiano-prima…/

A capalbio radical chic nasce la nuova aristocrazia, dopo aver fatto barricate contro gli arrivi di immigrati che devono essere accettati ma segregati nelle periferie cittadine.

Capalbio: confinati i radical-chic nella riserva dell’Ultima Spiaggia

(dagospia.com – Foto di Enzo Russo) Se ne stava parlando da tempo, ma il prezioso volume (“L’Ultima”) che documenta il modo di vivere di una tribù ormai in via di estinzione, sembra avere fornito la base necessaria per un’impresa umanitaria: la trasformazione dell’Ultima Spiaggia di Capalbio in Riserva dei radical-chic.  Lì potranno perpetuare i loro riti, l’aperitivo al tramonto, l’omaggio a Napolitano, il bagno di Fabiani e altre commoventi cerimonie.
I grandi sacerdoti del rito capalbiese sono i quattro moschettieri dell’Ultima Spiaggia Riccardo Manfredi, detto «il Cedrone», Adalberto Sabbatini «il Lungo», Valerio Burroni «lo Straniero» (perché è nato molto lontano, a Grosseto nientemeno) e Marcello Cima detto «Pelo». Solo loro, ormai ricchi e famosi, sanno dare ai sopravvissuti della gauche-caviar l’illusione di vivere ancora al tempo dei Veltroni e D’Alema. In mezzo a loro si muovono, rispettosi e curiosi, gli altri, i ricchi che nel frattempo hanno invaso Capalbio.
Solo pochi ormai ricordano, in questo comune dominato dalla Lega, l’eroismo con cui i radical-chic hanno respinto i migranti. Se Renzi li avesse ascoltati… ma ormai il tempo è scaduto.
Ma il nuovo è ormai arrivato: Carlo Puri Negri, dopo avere perso tempo inseguendo l’idea di estrarre biogas dal suolo capalbiese, ha capito che è molto più conveniente estrarre una sostanza altrettanto volatile ma molto più redditizia: lo snobismo. Infatti ha fondato il già leggendario country club La Macchia, che quest’anno ha inaugurato la stagione mondana capalbiota. L’ufficio stampa si è dato un gran daffare a far sapere ai giornali che è un club talmente esclusivo da non volere fotografi alle costole.
Per evitare che eventuali fotografi sorprendessero alcune celebrità – momentaneamente assenti – il club ha risparmiato sulle candele. Risultato, non ci si vedeva e qualche maleducato ha deplorato ad alta voce la cattiva qualità della mozzarella e la scarsezza delle vivande. Un affronto per chi per fare parte di quella cerchia di eletti ha versato 35mila € – socio fondatore – o 10000 – socio banale. Molto notato un agguerrito gruppo di girls 50/60enni a caccia, peraltro vana, di mariti denarosi milanesi. Naturalmente non essendo dei parvenu per partecipare alla cena bisognava versare 75 €, superalcolici esclusi (10 €).
Si parla già dei titoli che Puri potrebbe distribuire – 155000 € baronetto 176000 conte 345000 marchese 425000 duca e 600000 + 3 cene gratis principe. Insomma a Capalbio sta nascendo una nuova aristocrazia. Intanto a Pescia Romana sta allignando un’altra tribù scontrosa e autosufficiente, quella del cinema. L’estate si annuncia piena di sorprese.

Spataro per me sei il peggio del peggio, la giustizia va riguardata, stiamo in mano a giudici che usano il giudizio personale e non la legge, vergognati

Per il Procuratore se critica la magistratura è reato, e chi se ne fotte della libertà di manifestazione del pensiero; invece entrare clandestinamente in Italia e praticare lo scafismo non solo è perfettamente legale, ma quasi quasi merita una medaglia.
invece la cassazione che :

Stupro, la Cassazione: “Se la vittima si ubriaca volontariamente condanne ma senza aggravanti”

Spataro per me sei il peggio del peggio,  la giustizia va riguardata, stiamo in mano a giudici che usano il giudizio personale e non la legge, vergognati

Blocco navale chiediamo aiuto a Trump,mentre io chiedo l'impeachment per Mattarella con un mio video su youtube.


«Finchè la politica metterà le mani sulla sanità (che è il 95% del bilancio regionale) la sanità lavorerà per la politica e non per i cittadini!»

alla rai mi raccomando vada gente degna e non serva piddina

16/07/18

l'unica cosa sensata è privatizzare la rai, è una fogna nessuno può guarirla,solo il privato e senza soldi pubblici può salavarla



https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/rai-dipendenti-giornalisti-testate-news-online-cda-usigrai-informazione-tv-pubblica/fa2cf7c6-8677-11e8-83d7-334832af0f98-va.shtml



Nel mondo nessuna Tv pubblica ha tanti telegiornali nazionali. Un’anomalia che risale ai tempi della «lottizzazione»: ad ogni partito la sua area di influenza. Negli anni ha generato costi enormi poiché ogni testata ha un direttore, i vicedirettori, i tecnici, i giornalisti. E tutte le testate a coprire lo stesso evento. Che senso ha, visto che ogni rete ha già gli spazi dedicati agli approfondimenti e ai talk, proprio per rappresentare le diverse letture dei fatti? La BBC, una delle più grandi e influenti istituzioni giornalistiche al mondo, diffonde in Gran Bretagna un solo Tg: “BBC news”.

Decreto dignità: Di Maio, Tria e Salvini contro Boeri,DIMETTITI PIDDINO DEMERDA,MA CHE SCHIFO, STO PENSIONATI IN GIOVANE ETà CHE LAVORANO PER LO STATO

LA Verità è CHE L'INPS S'è DOVUTO INGOIARE 10 MILIARDI DI DEBITI DEI PENSIONATI D'ORO, COSA CHE HA FATTO MONTI CHE COSì S'è SALVATO LA SUA PENSIONE E DEI SUOI COMPAGNI CRIMINALI, OLTRE AL FATTO CHE L'INPS PAGA LE PENSIO0NI DI Invalidità SOCIALE, CHE DEVONO ESSERE DATE,MA A CARICO DELLA TASSAZIONE GLOBALE, è UN PARACULO, I DIMETTA E SE NON LO FA CACCIATELO A CALCI NEL CULO


Decreto dignità: Di Maio, Tria e Salvini contro Boeri

Il leader del M5s e il ministro dell'Economia scaricano sul presidente dell'Inps la responsabilità della relazione negativa sul dl. Il capo del Carroccio: «Si dimetta». La risposta: «Attacco senza precedenti dal governo. È negazionismo economico».

Tutti contro Tito Boeri. Il giallo sui numeri del decreto dignità finisce così, con un attacco diretto, «senza precedenti» come lo definisce lui stesso, il presidente dell'Inps, malvisto dai leghisti per le aperture sui migranti ed ora anche dai Cinquestelle per le stime negative sulle ricadute occupazionali del primo atto del governo. Alla fine sembra infatti essere stata proprio dell'Istituto previdenziale la "manina" che secondo Luigi Di Maio - e a quanto pare anche secondo il ministro dell'Economia, Giovanni Tria - avrebbe inserito nella relazione tecnica al provvedimento quei numeri sul calo dei contratti così poco graditi al ministro del Lavoro. Così, per ricomporre il diverbio tra il Movimento 5 Stelle da una parte e il Tesoro e la Ragioneria generale dello Stato dall'altra, ieri minacciati dai pentastellati di un repulisti generale, Di Maio ha specificato di non aver «mai accusato» né il Ministero dell'Economia né la Ragioneria e, in un comunicato congiunto, Tria ha scaricato la responsabilità proprio sull'Inps. Per il titolare dell'Economia i calcoli dell'Istituto riportati nella relazione sono «privi di basi scientifiche e in quanto tali discutibili».

SALVINI: «BOERI SI DIMETTA»

Un duro attacco che Matteo Salvini non esita a cavalcare: «Se Boeri non è d'accordo si dimetta», rincara la dose il vicepremier leghista. Ma Boeri, già entrato in rotta di collisione con il governo gialloverde per le diverse vedute sui ritocchi alla legge Fornero e sull'apporto positivo in termini previdenziali dei flussi migratori, abituato peraltro a muoversi controcorrente anche nei rapporti con i precedenti esecutivi, non ci sta. «I dati non si fanno intimidire» replica a Salvini, rivendicando le sue stime. Non sono quelle che devono spaventare, dice. «Spaventa invece questa campagna contro chi cerca di porre su basi oggettive il confronto pubblico», contrattacca. Quello del governo è «negazionismo economico», insiste. Il presidente ammette che stabilire esattamente quale sarà l'impatto sul mercato del lavoro delle nuove norme nate per contrastare la precarietà non è facile, ma «il suo segno negativo è fuori discussione».

«STIME OTTIMISTICHE»

Tanto che la stima dell'Inps sugli 8 mila contratti in meno è addirittura «relativamente ottimistica». La previsione è che il 10% dei contratti a tempo determinato che arrivano a 24 mesi non vengano trasformati in altri contratti, «ma diano luogo a flussi verso la disoccupazione riassorbiti dalla Naspi», quindi da coprire finanziariamente con risorse pubbliche. Si tratta di stime, «non di dati», puntualizzano dal ministero dell'Economia. Proprio per questo, confermando i lunghi tempi di gestazione del decreto approvato il 2 luglio ma pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13, da Via XX Settembre si fa notare come nello stesso decreto sia appositamente richiesto un monitoraggio ad hoc per valutare l'impatto nel tempo delle misure.

COTTARELLI IN SUPPORTO DELL'INPS

All'articolo 14 del provvedimento, dedicato esclusivamente alle coperture ed assente nelle prime bozze del decreto, comparso dunque proprio prima della bollinatura della Ragioneria, viene infatti prevista una verifica trimestrale «delle maggiori spese e minori entrate» derivanti dalle norme che riducono la durata dei contratti a termine, affidata però - ancora una volta - proprio all'Inps che dovrà informare ministero del Lavoro e ministero dell'Economia. A dare in qualche modo manforte a Boeri è intanto Carlo Cottarelli: anche secondo lui un impatto negativo sui contratti ci sarà, ma la preoccupazione è soprattutto per il possibile «tentativo di rendere meno tecnica e meno obiettiva la valutazione di chi dovrebbe dare un giudizio obiettivo e tecnico dei provvedimenti del governo».

Editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 16 luglio 2018Ma mi faccia il piacere Editoriale di Marco Travaglio


Editoriale di Marco Travaglio
sul Fatto Quotidiano del 16 luglio 2018
Il profeta/1. “Salvini dice che governerà per i prossimi 30 anni? Nulla impedisce di sperare, però bisogna vedere se gli elettori gli daranno i voti” (Piero Fassino, deputato Pd, 2.7). Allora mi sa che gli anni saranno 40.
Il profeta/2. “Mi sa che questo governo dura poco” (Antonio Tajani, presidente FI del Parlamento europeo, Il Dubbio, 10.7). Fassino, è lei?
L’aspirante. “Salvini si mangerà Di Maio… Come diceva Leonardo Sciascia: ‘Quando un furbo si allea con un imbecille siamo alla vigilia di una dittatura’” (Alessandro Sallusti, il Giornale, 14.). Sallusti si sta candidando?
Severa autocritica. “Noi abbiamo perso, ma in questi quattro anni il nostro è il partito che ha avuto il maggior impatto nella storia italiana, non sto esagerando, neanche la Dc era arrivata ad avere 17 regioni su 20, 6 mila comuni su 8 mila… Nessun partito ha avuto il nostro potere… Anziché utilizzarlo per pensare alla mia fiducia personale o alla mia carriera, ho deciso di investire ogni secondo per provare a cambiare l’Italia” (Matteo Renzi, ex segretario Pd ed ex premier, discorso all’Assemblea nazionale del partito, citato da nonleggerlo.it, 7.7). E ci è riuscito in pieno: infatti ora governano 5Stelle e Lega. Missione compiuta.
Il baluardo. “Il Pd è stato l’argine al populismo in Italia” (Renzi, ibidem, 7.7). Pensa se non lo arginava.
Mondovisioni. “Santo cielo, la Maria Vergine tifa Croazia” (Renato Farina, Libero, 15.7). Più che farina, mi sa che è cocaina.
Marketting. “Il Foglio regala a Casalino un abbonamento gratis” (il Giornale, 15-7). E raddoppia gli abbonati in un colpo solo.
Monarchia-Repubblica. “Gli italiani mi vogliono re. Occhio che torno in politica” (Emanuele Filiberto di Savoia, Libero, 12-7). Finalmente spiegato il “Fronte repubblicano” di Calenda.
Bordin Capitale. “Ai lettori di questa rubrica è noto il parere del capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone che ritiene che mafia e corruzione vadano tenute separate” (Massimo Bordin, Il Foglio, 12.7). Soprattutto da quando il Tribunale gli ha assolto i corrotti di Mafia Capitale dall’accusa di mafia.
Mafiosi da sbarco. “Se cercate l’Utopia potete trovarla sull’Aquarius e nella cella di Dell’Utri” (Piero Sansonetti, Il Dubbio, 10.7). Il famoso profugo salpato da Corleone.
Battaglia navale. “Orgoglioso della @GuardiaCostiera italiana che ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio dell’incrociatore italiano Vos Thalassa” (Danilo Toninelli, ministro M5S delle Infrastrutture, sul rimorchiatore Von Thalassa, Twitter, 10.7). Un colpo in acqua.
Colpi di sole. “Soprassiedo sul sessismo, tentazione irrinunciabile del direttore Marco Travaglio…” (Francesca Mannocchi, Twitter, 11.7). Chiedo aiuto ai lettori: avendo io scritto “rispondo anche alla giornalista Francesca Mannocchi, anche lei piuttosto nervosa, su Facebook, a causa del mio articolo… Ma, se la collega Mannocchi ha informazioni di segno contrario, attendo con ansia di conoscere le sue fonti. Naturalmente”, secondo voi quale sarebbe la mia parola o espressione sessista? Potete scegliere fra: “rispondo”, “giornalista”, “Francesca”, “Mannocchi”, “piuttosto”, “nervosa”, “collega”, “fonti”, “naturalmente”. Ricchi premi a chi indovina.
Le Apocalissi prossime venture. “Berlusconi smonta il dl Dignità: ‘A rischio un milione di posti’” (il Giornale, 9.7). “Fico col taglio dei vitalizi rovina 153 ultraottantenni” (il Giornale, 13.7). “Di Maio odia i pensionati”(Libero, 13.7). “Di Maio brucia 80.000 posti. E lo scrive pure”, “Con i negozi chiusi alla domenica i commessi perdono 400 milioni” (Libero, 14.7). “Negozi chiusi. I 5Stelle bruciano 400mila posti di lavoro. Dl Dignità, persi 80mila contratti in dieci anni”, “Così il Dignità uccide le start up”, “Di Maio vuol affossare l’export con il Canada”, “Dal regime Di Maio alla fine dei Maya” (il Giornale, 14.7). “Negozi, allarme sulle chiusure festive: ‘a rischio migliaia di posti di lavoro’”, “L’autogol Dignità taglia 8mila posti all’anno” (Corriere della sera, […]
L'Articolo completo su Il F.Q. oggi in edicola.

SE PER LA UE I PORTI DELLA LIBIA NON SONO SICURI OGNI STATO APRA I SUOI PORTI E SE NON LI APRONO,NOI MANCO MORTI,ABBIAMO GIà DATO E BASTA COSì,TUTTI HANNO I PORTI, FRANCIA,GERMANIA, SPAGNA,PORTOGALLO, GRECIA, OLANDA, DANIMARCA E

Migranti, l’Ue dice no a Salvini: “Libia non è considerata porto sicuro”. La replica: “Si cambi o noi costretti a muoverci da soli”

SE PER LA UE I PORTI DELLA LIBIA NON SONO SICURI OGNI STATO APRA I SUOI PORTI E SE NON LI APRONO,NOI MANCO MORTI,ABBIAMO GIà DATO E BASTA COSì,TUTTI HANNO I PORTI, FRANCIA,GERMANIA, SPAGNA,PORTOGALLO, GRECIA, OLANDA, DANIMARCA E QUASI TUTTI GLI ALTRI,DOVE STA IL PROBLEMA, SI ACCOLGONO SE VOLONTARI E NOI NON LO SIAMO PUNTO, BASTA CON UNA UE GUIDATA DA UN UBRIACONE, CIOè LA NOSTRA PAZIENZA HA UN LIMITE, NON è SALVINI CHE NON VUOLE PIù MIGRANTI,MA IL 70% E PIù DELLA POPOLAZIONE ITALIANA,LA UE HA ROTTO I COGLIONI.NON C'è PIù IL LECCABALLE DELLA UE RENZI,IL POPOLO ITALIANO NON L'HA VOTATO E LA UE SE NE FACCIA UNA RAGIONE, CI SONO LE ONG, LI PRENDONO SE LI PORTANO NELLA NAZIONE DI PROVENIENZA,IN ITALIA BASTA,NOI POSSIAMO SALVARLI CHE è UN 'OBBLIGO E POI LI RIACCOMPAGNANO DOVE SONO PARTITI,LIBIA,TUNISIA EGITTO MAROCCO ECC ECC

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/16/migranti-lue-dice-no-salvini-libia-non-e-porto-sicuro-replica-si-cambi-o-ci-muoveremo-da-soli/4495337/

Migranti, l’Ue dice no a Salvini: “Libia non è considerata porto sicuro”. La replica: “Si cambi o noi costretti a muoverci da soli”


Il vicepremier da Mosca, dopo lo sbarco a Pozzallo, chiede a Bruxelles di "cambiare la normativa". E dice: "C'è ipocrisia di fondo in Europa sulla Libia". Risponde la Commissione: "Noi non la consideriamo sicura". E il ministro dell'Interno avverte: "Se vogliono agevolare il lavoro degli scafisti non lo faranno in mio nome"

boeri fai solo schifo.Inps, la dirigente senza concorso resta e prende 10mila euro al mese. Chi l’ha scoperta viene sospesa senza stipendio

Inps, la dirigente senza concorso resta e prende

10mila euro al mese. Chi l’ha scoperta viene

sospesa senza stipendio

Boeri deve fare il suo lavoro e invece sta facendo politica e dunque venga licenziato,poi lui è uno che ha già una pensione d'oro,ossia è namerda


Dall'immigrazione alla legge Fornero, passando per le politiche sul lavoro. Tito Boeri non ha perso occasione per far presente che il nuovo governo gialloverde proprio non è compatibile col suo modo di pensare.
E ora Matteo Salvini sembra aver perso la pazienza: "Se il presidente dell'Inps non è d'accordo su niente delle linee politiche del governo, si dimetta", lo avverte.
DI MAIO E SALVINI PENSANO DI SOSTITUIRE BOERI- Il PD LO ASPETTA Quello che ne resta
“Il presidente dell'Inps Tito Boeri non è in linea con le idee di questo Governo". #Diffondete
Dall'immigrazione alla legge Fornero, passando per le politiche sul lavoro. Tito Boeri non ha perso occasione per far presente che il nuovo governo gialloverde proprio non è compatibile col suo modo di pensare.
E ora Matteo Salvini sembra aver perso la pazienza: "Se il presidente dell'Inps non è d'accordo su niente delle linee politiche del governo, si dimetta", lo avverte.
L'ultimo terreno di scontro è il decreto Dignità, che - stando ai conti Inps - farebbe perdere 8mila posto di lavoro all'anno. "Non so se qualcuno dalla sera alla mattina ha tolto dei numeri o aggiunto dei numeri", ha detto il vicepremier a Mosca per la finale dei Mondiali, "So che è un decreto che mira a creare nuovi posti di lavoro e so per certo che ci sono alcuni organismi, penso all'Inps, con cui non ho da fare polemiche personali, perché non mi interessano, che però hanno una visione della realtà che è assolutamente lontana da quella degli italiani, da quella del mondo del lavoro, del mondo delle pensioni".
Ma dalle parole di Salvini è chiaro che l'irritazione deriva dalle critiche precendenti più che dall'ultimo attacco: "Il presidente dell'Inps continua a dire, la legge Fornero non si tocca, gli immigrati ci servono, perché ci pagano le pensioni, questo decreto crea disoccupazione...", ha sottolineato il ministro dell'Interno, "In un mondo normale se non sei d'accordo con niente delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e tu rappresenti politicamente (perché il presidente dell'Inps fa politica) un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti. Così non è e vabbè... Noi siamo al governo e mi dispiace per chi ha perso le elezioni".
Frena però Luigi Di Maio: "Non possiamo rimuovere Boeri ora: quando scadrà terremo conto che è un presidente dell'Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo", ha spiegato il ministro del Lavoro, "Non perché il presidente dell'Inps la debba pensare come noi, ma perchè noi vogliamo fare quota 100, quota 41, la revisione della legge Fornero. L'Inps ci deve fornire i dati, non un'opinione contrastante, perché se permette i soldi li troviamo noi".
APERTA LA CACCIA ALLA "MANINA"
A caccia della "manina" nel Decreto Dignità, tutti accusano il presidente dell'Inps deluso soprattutto dal ministro Tria. Ma M5S non vuole affrettare l'addio
Se mi vogliono cacciare, mi caccino. Io però resto al mio posto". È il pensiero che i principali quotidiani nazionali attribuiscono a Tito Boeri, presidente dell'Inps finito sotto accusa per la "manina" che avrebbe corretto la relazione tecnica del Decreto Dignità, inserendo la tabella in cui si preveda la perdita di 8 mila posti di lavoro l'anno per effetto delle misure previste nel provvedimento.
Boeri è determinato a resistere, ma è offeso soprattutto per le considerazioni sulle stime dell'Inps definite "prive di basi scientifiche". Deluso soprattutto dal ministro dell'Economia, "incredibile, da Tria non lo aspettavo" avrebbe commentato con i suoi collaboratori. Ed ancora: "Se la Ragioneria avesse avuto delle perplessità su quelle stime, poteva contestarle, chiederci un approfondimento, come avviene spesso. E invece ha proceduto alla bollinatura, facendole proprie". Boeri è un fiume in piena, secondo quanto riporta il Corriere della Sera: "Se uno studente impreparato viene promosso, la responsabilità non è solo dello studente che non ha studiato ma anche del professore che lo promuove". Insomma se l'errore c'è, è della Ragioneria come dell'Inps. Ma l'errore, secondo Boeri, non c'è, anzi quella stima di 8 mila posti persi è "relativamente ottimistica".
Ora il tema è il futuro più prossimo di Tito Boeri. A febbraio 2019 scadrà il suo mandato e un rinnovo è fuori da ogni orizzonte. Ma cacciarlo prima? Matteo Salvini è decisamente favorevole a farlo subito, Luigi Di Maio no: "Non possiamo rimuovere Boeri ora, quando scadrà terremo conto che è un presidente dell'Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo, non perché il presidente dell'Inps la debba pensare come noi, ma perché noi vogliamo fare quota 100, quota 41, la revisione della legge Fornero, l'Inps ci deve fornire i dati, non un'opinione contrastante". E Boeri per ora resta presidente dell'Inps.
Un abbraccio da Ferrari Daniele Attivista M5S